PAGARE IL PREZZO IN PREGHIERA


Articolo sull'importanza della preghiera, perché Dio ha promesso di rispondere!
Anche se la maggior parte degli esempi si riferiscono al mondo anglosassone,
oggi Dio si rivela nuovamente in modo potente in tutti i continenti.
Basta pregare e aprire gli occhi.

"Gesù propose loro ancora una parabola
per mostrare che bisogna continuamente pregare
senza stancarsi..."

Luca 18

 


 

Pagare il prezzo
in preghiera

di Stuart Robinson

 

Introduzione

Nel 1952 un dottorando di Princeton chiese ad Albert Einstein che cosa rimaneva da scoprire nel mondo per una ricerca di dissertazione originale? Einstein rispose: “Scopri qualcosa sulla preghiera.”

A 85 anni il predicatore inglese Sidlow Baxter disse: “In oltre 60 anni di ministero ho curato soltanto tre chiese. In ognuna di esse c’è stato un risveglio. Ma in nessun caso ciò è avvenuto in seguito alla mia predicazione. È invece stato il risultato di una promessa che i membri avevano fatto: pregare finché non venisse il risveglio. Ed è venuto! Ogni volta.” (Willhite 1988:111)

Richard Halverson, cappellano del Senato degli Stati Uniti, fa sapere che in effetti non abbiamo alternative alla preghiera. Egli afferma: “Puoi organizzare fino all’esaurimento. Puoi progettare, programmare e sovvenzionare tutti i tuoi progetti. Ma se tralasci di pregare è tempo sprecato. La preghiera non è un optional. È imperativa! E non pregare è disubbidire a Dio!” (Bryant 1984:39)

Dopo un’estesa ricerca nelle chiese battiste del Regno Unito, Roy Pointer arrivò alla conclusione che ovunque si osservava una crescita c’era anche un fattore ricorrente: le chiese pregavano.

Nella chiesa di Larry Lea a Rockwall, Texas, (Church on the Rock), la crescita numerica partì da 13 persone nel 1980 per arrivare a 11’000 nel 1988. Quando fu chiesto a Larry quali erano le ragioni di una crescita così sorprendente, rispose: “Io non ho fondato una chiesa, ma ho dato inizio a un incontro di preghiera.” Quando a David Shibley, ministro responsabile della preghiera, fu chiesto quale fosse il segreto della chiesa, egli rispose: “Il programma evangelistico della nostra chiesa è la riunione quotidiana di preghiera. Ogni mattina, da lunedì a venerdì, c’incontriamo alle 5 per pregare. Se vediamo che la messe di conversioni cala per più di una settimana, lo interpretiamo come un allarme spirituale e cerchiamo il Signore.” (Shibley 1985:7)

In Corea, dove in questo secolo la chiesa è cresciuta da pressoché zero al 50 percento dell’intera popolazione, il pastore Paul Yonggi Cho attribuisce la conversione di 12’000 persone al mese nella sua chiesa all’incessante preghiera.

In Corea è normale che i membri delle chiese vadano a dormire presto la sera per alzarsi alle 4 di mattina e partecipare all’incontro di preghiera. È normale per loro pregare tutta la notte di ogni venerdì. È normale partire per ritiri di preghiera. Cho dice che qualsiasi chiesa potrebbe vedere questo genere di crescita prodigiosa se fosse preparata a “pregare il prezzo” – a “pregare e ubbidire”.

Un pastore locale chiese una volta a Yonggi Cho come mai la chiesa di Cho avesse 750’000 membri, mentre la sua ne contava solo 3'000, anche se era più istruito, predicava sermoni migliori e aveva pure una moglie straniera. Cho gli chiese allora: “Quanto tempo preghi?” Il pastore rispose: “Trenta minuti al giorno.” Allora Cho replicò: “Ecco la risposta che cercavi! Io prego da tre a cinque ore al giorno.”

In America un’indagine ha mostrato che in media i pastori pregano 22 minuti al giorno. Nelle chiese ufficiali è di meno. In Giappone pregano 44 minuti al giorno, in Corea 90 minuti al giorno, e in Cina 120 minuti al giorno. Non sorprende che il tasso di crescita delle chiese in quei paesi sia direttamente proporzionale al tempo che i pastori passano in preghiera.

La crescita è un processo soprannaturale

La chiesa è un organismo vivente: è la creazione di Dio con Gesù Cristo come capo (Colossesi 1:18). Da Lui fluisce la vita (Giovanni 14:6). E noi abbiamo la responsabilità di cooperare con Dio (1 Corinzi 3:6). Sappiamo che se Dio non costruisce la casa noi ci affatichiamo invano (Salmo 127:1).

Quando un’anima passa dal regno delle tenebre a quello della luce si tratta di un processo spirituale, soprannaturale (Colossesi 1:14).

È il Padre che attira a sé (Giovanni 6:44). È lo Spirito Santo che convince di peccato (Giovanni 16:8-11). È grazie a lui che possiamo confessare che Gesù è il Signore (1 Corinzi 12:3). Lui completa la conversione (Tito 3:5). Ed è pure lo Spirito Santo che fortifica e conferisce autorità (Efesini 3:16); è lui che guida nella verità (Giovanni 16:16); è ancora lui che elargisce doni spirituali che promuovono l’unità (1 Corinzi 12:25) e sviluppano la chiesa (1 Corinzi 14:12), preservandola da conflitti e mancanza d’unione che ne bloccano la crescita.

Questa è una verità spirituale e fondamentale accettata e creduta da tutti i cristiani. Comunque, la misura della nostra convinzione che ogni vera crescita è in definitiva un processo soprannaturale e la nostra disposizione ad agire di conseguenza, si rifletteranno direttamente nella priorità che diamo alla preghiera personale e di gruppo nella vita della chiesa.

È soltanto quando cominciamo a renderci conto che nulla può accadere eccetto quanto viene in risposta alla preghiera, che la preghiera diventerà più di un programma facoltativo per pochi fedeli, per divenire invece la forza che guida le nostre chiese.

Evidentemente Dio vuole che i nostri pastori, gli altri leader e il Suo popolo riconoscano che soltanto Lui può fare cose straordinarie. Se accettiamo questa semplice premessa, possiamo cominciare a pregare.

Nella Bibbia

La battaglia nella quale Giosuè ebbe la vittoria, come riferisce in Esodo 17:8-13, non dipendeva tanto da quello che lui e le sue truppe facevano sul campo di battaglia. Dipendeva invece direttamente dall’intensa intercessione di Mosè, sostenuto da Aronne e Hur, in cima a una collina vicina.

Nell’Antico Testamento, non contando i Salmi, ci sono 77 riferimenti espliciti alla preghiera.

Nel Nuovo Testamento aumentano. Sono 94 i riferimenti che parlano direttamente di Gesù e della preghiera. Gli apostoli hanno capito il messaggio e continuato il tema e la pratica. Per questo Paolo afferma: “Pregate continuamente, perché questa è la volontà di Dio” (1 Tessalonicesi 5:16).

Pietro esorta i credenti ad essere “sobri e vigilanti per dedicarvi alle preghiere” (1 Pietro 4:7).

Giacomo dichiara che la preghiera è “potente ed efficace” (Giacomo 5:16).

Giovanni ci assicura che “Dio sente e risponde” (1 Giovanni 5:15).

Nel libro degli Atti ci sono 36 riferimenti alla chiesa che cresce. Il 58 percento (cioè 21 di quei casi) è nel contesto della preghiera.

Tutti noi vorremmo veder crescere la chiesa come a pentecoste e nei giorni immediatamente successivi. La chiave di ciò che accadde si trova in Atti 1:14, dove si legge: “Tutti costoro perseveravano insieme unanimi nella preghiera.”

Erano tutti uniti insieme: una mente, uno scopo, concordi. È questo il requisito indispensabile per essere efficaci. Poi erano tutti uniti insieme in costante preghiera. La parola usata significa “essere occupato attivamente, essere dedicato, persistere nell’aderire a qualcosa, partecipare intensamente”. E si trova nella forma di participio presente. Vuole dire che tale pratica fu continuata in modo incessante. La stessa parola e parte di discorso sono usate in Atti 2:42: “Erano perseveranti nella preghiera.” In Colossesi 4:2, Paolo usa di nuovo la stessa parola nella forma imperativa: “Perseverate nella preghiera!”

La maggior parte di movimenti più importanti di espansione della chiesa attraverso la storia partirono da quell’imperativo.

Nella storia

Quando leggiamo le biografie di William Carey, Adoniram Judson, David Livingstone, Hudson Taylor o chiunque altro grande uomo di Dio, costatiamo che lo stimolo che ha dato inizio all’opera delle loro vite lo ricevettero in incontri di preghiera.

Circa un secolo fa, John R. Mott guidò un movimento straordinario che divenne noto come il Movimento Cristiano Studentesco. Era rivolto a studenti dei college e delle università. Nello spazio di trent’anni fornì 20’000 missionari a tempo pieno. John Mott disse che la sorgente di questo straordinario risveglio era nella preghiera d’intercessione unanime. Questi missionari non vennero semplicemente arruolati e inviati in preghiera; anche la loro opera veniva sostenuta attraverso la preghiera.

Hudson Taylor raccontò la storia di una coppia di missionari che era responsabile di dieci stazioni. Questi scrissero al loro segretario nel paese d’origine confessando la loro assoluta mancanza di progresso, ed esortarono il segretario a trovare intercessori per ogni stazione. Dopo qualche tempo, in sette di quelle stazioni l’opposizione scomparve ed ebbe inizio un risveglio spirituale che fece crescere fortemente le chiese. Ma in tre stazioni non ci fu alcun cambiamento. Quando ritornarono a casa per il loro congedo, il segretario chiarì il mistero: era riuscito a trovare intercessori soltanto per sette delle dieci stazioni. S. D. Gordon (1983:40) conclude: “La più grande cosa che una persona possa fare per Dio è pregare.”

Lutero, Calvin Knox, Latimer Finney, Moody, tutti i “grandi uomini di Dio” praticarono la preghiera e il digiuno, migliorando così l’efficacia del loro ministero.

John Wesley fu talmente entusiasmato da questi episodi che prese la decisione di non consacrare una persona al ministero a meno che non fosse d’accordo di digiunare ogni mercoledì e venerdì almeno fino alle 4 del pomeriggio.

Yonggi Cho (1984:103) afferma: “Normalmente insegno ai nuovi credenti a digiunare per tre giorni. Una volta abituati ai digiuni di tre giorni, saranno capaci di digiunare per un periodo di sette giorni. Poi faranno digiuni di dieci giorni. Alcuni sono anche arrivati a quaranta giorni.

Queste persone sembrano aver afferrato qualcosa che noi in Australia non sappiamo proprio cosa sia. Siamo sempre così occupati, così attivi! Tentiamo intensamente di aver successo nelle nostre cose – ma queste sembrano bloccate, e anche nelle vite delle persone non c’è niente che cambia in modo duraturo. Perché? Forse il terreno in Australia è troppo duro? Se ci confrontiamo con altri tempi e luoghi, non dovrebbe essere. Il 18° secolo, per esempio, non sembrava promettere molto di buono.

18° secolo

La Francia stava attraversando la sua rivoluzione sanguinaria, esattamente come il terrorismo permea la nostra era moderna.

L’America aveva proclamato i Diritti dell’Uomo nel 1776. Voltaire predicava che la chiesa era soltanto un sistema che opprime per lo spirito umano. Più tardi Karl Marx si sarebbe dichiarato d’accordo. Era sorta una nuova morale. Quasi ovunque uomini e donne di tutti i ceti sociali disprezzavano il cristianesimo. Forze demoniache sembrarono essere state sguinzagliate per cancellare l’esistenza della chiesa. In molti luoghi era pressoché scomparsa. In Inghilterra predicatori e fedeli venivano lapidati con pietre e carboni se osavano testimoniare in pubblico di Gesù Cristo.

Ma già prima che quelle forze sataniche collaborassero per disorientare e confondere, lo Spirito Santo aveva già preparato la Sua difesa, come nella trama di un romanzo di Peretti.

Negli anni 1740, John Erskine di Edimburgo pubblicò un opuscolo che incoraggiava le persone a pregare per la Scozia e per altri paesi. In America la sfida venne raccolta da Jonathan Edwards che scrisse un trattato intitolato “Un umile tentativo di promuovere un accordo esplicito e un’unione visibile dei figli di Dio per una preghiera straordinaria in favore del risveglio della religione e l’avanzamento del Regno di Cristo.”

Per quarant’anni, John Erskine diresse quello che divenne un concerto di preghiera, tramite una voluminosa corrispondenza con tutto il mondo. Malgrado l’apparente deterioramento sociale, politico e morale, lui perseverò.

E poi il Signore dell’universo si fece avanti e prese il comando. Il giorno di Natale del 1781, nella chiesa di St. Just in Cornovaglia, alle 3 di mattina gli intercessori si incontrarono per cantare e pregare. I cieli finalmente si aprirono e loro se ne resero ben conto. Pregarono fino alle 9 di mattina e si incontrarono nuovamente la sera di Natale. Il risveglio continuò durante i mesi di gennaio e febbraio. Nel marzo 1782 pregavano fino a mezzanotte. Non venne coinvolto nessun predicatore importante, solo persone che pregavano e lo Spirito Santo che rispondeva.

Due anni più tardi, nel 1784, l’83enne John Wesley visitò la regione e scrisse: “Questo paese è tutto a fuoco, e le fiamme si diffondono di villaggio in villaggio.”

Eccome si diffusero! La cappella che George Whitefield aveva costruito alcuni decenni prima a Tottenham Court Road dovette essere ampliata per accogliere 5’000 persone, era la più grande nel mondo a quell’epoca. Le Chiese Battiste delle regioni centrali organizzarono regolarmente delle notti dedicate alla preghiera per il risveglio. Anche i Metodisti e gli Anglicani si associarono.

Matthew Henry scrisse: “Quando Dio ha intenzione di largire grande misericordia al Suo popolo, li conduce prima a pregare.”

Attraverso tutto il paese le riunioni di preghiera operavano insieme per il risveglio. Sorse una passione per l’evangelismo. Quelli che si convertivano non venivano toccati dalla predicazione nelle chiese, ma dalle riunioni di preghiera! Alcune riunioni si tenevano alle 5 di mattina, altre a mezzanotte. Delle persone che non conoscevano Dio venivano attirate da sogni e visioni. Altre venivano per farsi beffe, ma poi cadevano per terra sotto la potenza dello Spirito Santo. Qualche volta c’era rumore e confusione; altre volte calma e solennità. Incessantemente c’era quella continua effusione dello Spirito Santo. Negli anni successivi intere denominazioni raddoppiavano, triplicavano e quadruplicavano in numero dei membri. Il movimento si diffuse fuori dall’Inghilterra al Galles, alla Scozia, agli Stati Uniti e il Canada e ad alcuni paesi del terzo mondo.

Impatto sociale

L’impatto sociale delle vite trasformate fu incredibile. William Wilberforce, William Pitt, Edmund Bourke, e Charles Fox, tutti toccati da questo movimento, hanno lavorato incessantemente per l’abolizione del commercio degli schiavi nel 1807.

William Buxton lavorò per l’emancipazione di tutti gli schiavi nell’impero britannico e ne vide la realizzazione nel 1834.

John Howard ed Elizabeth Fry diedero le loro vite per riformare radicalmente il sistema carcerario. Florence Nightingale fondò il sistema moderno della cura sanitaria.

Ashley Cooper, il settimo conte di Shaftesbury soccorse la classe operaia dei poveri oppressi da 16 ore di lavoro al giorno e sette giorni la settimana. Egli si impegnò contro lo sfruttamento di donne e bambini nelle miniere di carbone, e contro il soffocamento di ragazzi impiegati per spazzare i camini dall’interno. Fece costruire parchi pubblici e palestre, giardini, biblioteche pubbliche, scuole serali e società corali.

Nacque anche il Movimento Socialista Cristiano, che divenne poi l’Associazione Britannica dei Lavoratori (British Trade Union).

La Royal Society per la Prevenzione della Crudeltà contro gli Animali fu formata per proteggere gli animali.

Nelle chiese ci fu un’eccezionale crescita e nella società avvennero cambiamenti sorprendenti – solo perché un uomo aveva pregato e lavorato per quarant’anni, per vedere infine la costituzione di migliaia di simili incontri di preghiera, tutti uniti nel gridare a Dio per un risveglio.

Sorsero nuove società missionarie. William Carey fu uno di quelli che erano presi dal movimento. Oggi lo consideriamo come il “padre della missione moderna”.

Egli era membro di un gruppo di preghiera per il risveglio, formato da un ministro. Il gruppo si era incontrato per due anni a Northampton, dal 1784 all’‘86. Nel 1786 Carey condivise la visione che aveva del desiderio di Dio di vedere il mondo pagano conquistato per il Signore.

Egli fondò quella che più tardi divenne la Società Missionaria Battista. Nel 1795 fu fondata la Società Missionaria Londinese. Nel 1796 fu stabilita la Società Missionaria Scozzese, e più tardi anche la Società Missionaria Anglicana.

19° secolo

Il movimento di preghiera ebbe un impatto tremendo, ma in seguito calò, fino alla metà del 19° secolo. Poi Dio iniziò un’opera in Canada, e a New York qualcuno fu reso attento alla necessità di pregare.

Un uomo tranquillo di nome Geremiah Lanphier fu nominato missionario nel distretto economico centrale dalla Chiesa Riformata Olandese. Poiché la chiesa era in declino e così pure la vita della città, lui non sapeva che cosa fare. Era un laico. Allora proclamò un incontro di preghiera che doveva aver luogo ogni mercoledì a mezzogiorno. La sua prima riunione fu il 23 settembre 1857. Alla fine vennero cinque altre persone. Due settimane dopo decisero di incontrarsi per la preghiera ogni giorno. Nel giro di sei mesi 10’000 persone si incontravano per pregare, e il movimento si diffuse attraverso tutta l’America.

Sorpresa, sorpresa! Due anni dopo si erano aggiunti un milione di nuovi credenti alla chiesa. Il movimento si diffuse e toccò l’Inghilterra, la Scozia, il Galles e l’Ulster.

L’Irlanda era un osso duro. Ma quando le notizie di quello che stava accadendo in America arrivarono in Irlanda, James McQuilkan raggruppò tre giovani uomini per incontrarsi per pregare nell’edificio scolastico di Kells il 14 marzo 1859. Continuarono a pregare per un risveglio. Dopo un paio di mesi venne lanciato un incontro di preghiera analogo a Belfast. Il 21 settembre 20’000 persone si riunirono per pregare per l’intero paese dell’Irlanda.

Si valutò più tardi che il risultato diretto di questi movimenti di preghiera furono 100’000 convertiti. È stato stimato anche che negli anni 1859-60, circa 1’150’000 di persone furono aggiunte alla chiesa, in ogni luogo dove i concerti di preghiera erano attivi.

20° secolo

Molti sono a conoscenza del risveglio del Galles in questo secolo che ebbe inizio nell’ottobre 1904. Era spontaneo e caratterizzato da lunghi e frequenti incontri di preghiera. Nei primi due mesi, 70’000 persone vennero al Signore. In 1905, nella sola Londra, la chiesa dei metodisti di Wesley aumentò di 50’000 membri i suoi effettivi di 54'700.

Venendo più vicino all’Australia, 20 anni fa le chiese Enga in Papua Nuova Guinea erano in un stato spirituale pietoso. Per cambiare la situazione delle persone si impegnarono a pregare.

Ebbero così inizio le riunioni di preghiera fra pastori, missionari e studenti del Bible College. Queste si diffusero ai villaggi circostanti. In alcuni villaggi, dei gruppi di persone furono d’accordo di pregare insieme ogni giorno fino a che Dio avrebbe mandato nuova vita nella chiesa.

Il 15 settembre 1973, senza alcun preavviso, simultaneamente e spontaneamente, di villaggio in villaggio, mentre i pastori stavano predicando il loro messaggio domenicale, lo Spirito Santo discese convincendo di peccato, conducendo alla confessione, al pentimento e al risveglio.

Il lavoro normale si fermò e migliaia di persone si affrettarono ad andare alle riunioni speciali. Gruppi di preghiera si incontravano ogni giorno, la mattina e la sera. Migliaia di cristiani erano ristabiliti e migliaia di non credenti si convertivano. Interi villaggi diventavano cristiani, e la chiesa cresceva – non solo in numero, ma anche in maturità.

Nella Filippine, negli anni ottanta, come un risultato di alcune persone che frequentarono una conferenza di preghiera internazionale in Corea, 200 missionari dell’Associazione Missionaria Filippina organizzarono ciascuno un incontro di preghiera quotidiano alle 7 di sera, per pregare per la crescita della chiesa. Viene riferito che nel giro di pochi anni il risultato diretto è stata la formazione di 310 nuove chiese.

Anche in Argentina c’è una crescita spettacolare. José Luis Vasquez vide la sua chiesa esplodere da 600 a 4’500 nei cinque anni che seguirono la visita di Carlos Annacondia. Hector Gimenez iniziò la sua chiesa da zero nel 1983. La sua congregazione ora conta 70'000 membri. Omar Cabrera avviò la sua chiesa nel 1972 con 15 membri. Oggi conta 90’000 membri.

Peter Wagner, che sta analizzando intensamente le ragioni di un ministero così efficace, è giunto alla conclusione che lo strumento principale sia stata la forte preghiera d’intercessione. Negli ambienti pentecostali e carismatici stanno accadendo molti altri eventi simili. La struttura o la dottrina non sono il punto essenziale.

Walter Hollenweger, un prolifico ricercatore del fenomeno pentecostale disse che dai primi pentecostali in poi l’importante era più pregare che organizzare (1972:29).

Dovunque viene applicato questo principio, accadono cose sorprendenti. Nel 1982 dei cristiani della Germania orientale hanno cominciato a formare piccoli gruppi di dieci - dodici persone, che s’impe­gna­vano a incontrarsi per pregare per la pace. Nell’otto­bre 1989 le persone coinvolte nelle riunioni di preghiera del lunedì sera erano 50’000. Nel 1990 si trasferirono discretamente nelle strade, il loro numero salì rapidamente a 300’000 – e il muro crollò.

Nel 1990 a Cuba, un pastore delle Assemblee di Dio la cui congregazione non aveva mai superato 100 persone che si incontrano una volta per settimana, si trovò improvvisamente a guidare 12 servizi al giorno per 7’000 persone. Già alle 2 di mattina cominciavano a fare la coda, e hanno perfino rotto le porte per poter entrare nelle riunioni di preghiera.

Quando si chiede ai cristiani di Cuba di spiegare questo fenomeno, rispondono: “Sta succedendo perché abbiamo pagato il prezzo. Abbiamo sofferto per il Vangelo e abbiamo pregato per molti, molti anni.” (O’Connor 1990:79)

Quando un gruppo noto come “Società Missionaria d’Oltremare” si rese conto che dopo 25 anni di lavoro in India l’unico risultato che potevano menzionare erano 2’000 credenti in 25 chiese, decisero di adottare una nuova strategia. Nel loro paese d’origine hanno reclutato 1’000 persone che si assumevano la responsabilità di pregare per il lavoro in India ogni giorno per soli 15 minuti. Nel giro di pochi anni la chiesa esplose: si arrivò a 550 chiese con 73’000 membri.

Vogliamo “pregare il prezzo”?

Nella società contemporanea da molte parti si percepisce una grande pressione per lavorare più sodo, diventare più intelligenti, produrre risultati migliori – o essere messi da parte. In molti paesi occidentali la Chiesa rischia di assorbire questa mentalità nei suoi propri atteggiamenti e pratiche, dimenticando che nell’opera per il Signore il successo non viene né dalla forza né dalla potenza, né dalle proprie capacità, ma da un’effusione sovrana dello Spirito Santo di Dio (Zaccaria 4:6).

Molti anni fa R. A. Torrey (1974:190) ha affermato che “viviamo in un tempo caratterizzato dalla moltiplicazione delle strutture umane e dalla diminuzione della potenza di Dio”. Il grande grido dei nostri giorni è “Lavorare, lavorare, lavorare! Organizzare, organizzare, organizzare! Dateci una nuova società! Escogitate nuovi metodi! Inventate un nuovo aggeggio!” Ma il grande bisogno dei nostri giorni rimane la preghiera – più preghiera e preghiera migliore.

Amici, oggi nella chiesa occidentale abbiamo a nostra disposizione il massimo della tecnologia di punta per comunicare il Vangelo. Eppure in così tante nazioni sembra che succeda ben poco.

In termini di crescita delle chiese e della missione potrebbe forse darsi che, mentre il mondo ha imparato a comunicare con i robot sul pianeta Marte, noi abbiamo dimenticato di comunicare con il Signore della terra?

Se le cose stanno veramente così, allora il nostro miglior piano d’azione è di rientrare nella compagnia dei primi discepoli, e, come loro, ritornare al Capo della Chiesa, Gesù Cristo, per dirgli: “Signore, insegnaci a pregare!” (Luca 11:1)

Riferimenti

David Bryant, 1984, "Concerts of Prayer", Ventura, California, Ventura
Paul Y. Cho, 1984, "Prayer, Key to Revival", Waco, Texas, Word
S. D. Gordon, 1983, "Prayer, the greatest thing", Australia's New Day, April, 40
Walter J. Hollenwager, 1972, "The Pentecostals", Minneapolis, Minnesota, Augsburg
Greg O'Connor, 1990, "Miracles in Cuba", New Day, May
David Shibley, 1985, "Let's Pray in the Harvest", Rockwall, Texas, Church on the Rock
R. A. Torrey, 1974, "The Power of Prayer", Grand Rapids, Michigan, Zondervan
Bob J. Whillhite, 1988, "Why Pray?", Altamonte Springs, Florida, Creation House

 


 

Autore e copyright Il reverendo Dr. Stuart Robinson è il pastore dirigente della Chiesa Battista Blackburn di Melbourne, Victoria, Australia. © Stuart Robinson. Prima edizione presso la Società Missionaria Battista Australiana, 1992. Usato con autorizzazione. "Renewal Journal" N° 1 (93:1), Brisbane, Australia, p. 512. La riproduzione è autorizzata purché il copyright rimanga parte integrante del testo. Sito web: http://www.pastornet.net.au/renewal/   
Traduzione e pubblicazione Download giugno 2000 dal sito http://www.pastornet.net.au/renewal/journal1/robinson.html
Traduzione in italiano: Sandro Ribi. Prima pubblicazione in italiano nell'agosto 2000. Ultimo aggiornamento 06.04.09.
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